Jeffrey Sachs ha rilasciato un’interessante intervista al Fatto Quotidiano:
Nel video, l’economista Jeffrey Sachs discute le vere ragioni della guerra in Ucraina, affermando che la narrativa presentata dagli Stati Uniti e dai media occidentali è fuorviante. Secondo Sachs, la causa principale del conflitto è l’intenzione degli Stati Uniti, risalente agli anni ’90, di espandere la NATO fino ai confini russi, ignorando le ripetute proteste della Russia, che considerava questa espansione una minaccia diretta alla propria sicurezza nazionale.
Sachs sostiene che la crisi in Ucraina ha radici nel colpo di Stato del 2014, che ha portato al rovesciamento del governo filorusso di Yanukovich, favorito dagli Stati Uniti. Questo evento, spiega, ha innescato una serie di tensioni che sono state aggravate dal rifiuto degli Stati Uniti di negoziare sulla neutralità dell’Ucraina e sulla non espansione della NATO.
L’economista critica anche il coinvolgimento degli Stati Uniti e del Regno Unito nell’impedire i tentativi di negoziato nel 2022, quando Zelensky e Putin sembravano vicini a un accordo. Sachs accusa gli Stati Uniti di voler prolungare il conflitto per mantenere la propria influenza militare nella regione e per posizionare basi NATO vicino alla Russia. Conclude affermando che la guerra potrebbe terminare solo se l’Europa e gli Stati Uniti decidessero di fermare l’espansione della NATO, altrimenti il conflitto continuerà con conseguenze devastanti per l’Ucraina e l’Europa intera.

